Riproporre un personaggio amato come quello di Mary Poppins, interpretato nel 1964 da una splendida Julie Andrews che vinse persino l’Oscar, è un’impresa ardua. Ritorno Poppins analisi
Quest’anno la Disney ci ha voluto provare e ha deciso di portare sul grande schermo una nuova Mary Poppins interpretata da Emily Blunt: Il ritorno di Mary Poppins.
Sequel mascherato
La storia del nuovo Mary Poppins si presenta non come un remake, ma come un sequel del film del 1964, che era ambientato nel 1910.
Infatti gli eventi narrati riprendono le fila del discorso 20 anni dopo il primo film, nel 1930, con la Grande Depressione londinese. Ritorno Poppins analisi
Ma nonostante questo, il film sembra essere tutto tranne che un sequel. Si potrebbe dire che tutto è cambiato e tutto è rimasto uguale.
Infatti il sequel, seppur diversificandosi, sembra ricalcare e riproporre segno per segno le scene del precedente film. In sostituzione di un viaggio dentro ad un quadro, c’è un viaggio in un vassoio.
La ninna nata che veniva cantata ai piccoli Banks, viene qui sostituita da una canzone per consolare i nuovi piccoli Banks dalla perdita della madre.
Il ballo dei lampionai vuole in qualche modo riproporre quello degli spazzacamini sui tetti del primo Mary Poppins. Insomma un sequel mascherato da remake.
Eppure come dare torto al regista? Il timore del confronto era già troppo alto proponendo il film come un sequel, figuriamoci presentarlo al pubblico come remake.
Più austerità
Se la versione originale del 1964 era più scherzosa, giocosa, vivace e piena di fantasia, nel sequel i toni si incupiscono un po’ di più.
Vuoi l’ambientazione diversa, in una Londra della Grande Depressione, vuoi la crisi dei lavoratori. Viene messa in evidenza una più profonda disgregazione del nucleo familiare.
La stessa Mary Poppins appare molto diversa dalla sprizzante tata interpretata da Julie Andrews. Qui appare più austera, insolente e aspra, con meno fantasia e no-sense.
L’interpretazione di Emily Blunt è convincente, anche perchè l’attrice ha preferito ispirarsi ai libri della Travers piuttosto che al modello inarrivabile della Andrews. Così facendo ha dato una propria chiave di lettura alla tata più conosciuta di sempre.
Ruolo marginale
Una pecca del film è sicuramente il ruolo un po’ marginale chè è stato dato a Mary Poppins, che avrebbe dovuto essere l’unica e vera protagonista del film.
Qui invece la protagonista principale sembra essere la crisi finanziaria con i debiti verso la banca. Tutto questo rende Mary Poppins più spettatrice che protagonista.
Se nel film del 1964 Mary Poppins scendeva giù dal cielo per scompigliare tutto e ribaltare e sovvertire tutto, qui non c’è nulla che venga sovvertito.
Ai bambini e i grandi non viene insegnato nulla di nuovo, anche perchè i bambini non sembrano volere essere aiutati, risultando chiusi ai consigli della tata.
Non c’è la presenza preponderante di quel mondo fantastico e no-sense che ha accompagnato la prima pellicola, qui più che la fantasia conta l’azione.
Tutto sommato
Nonostante queste piccole pecche, il film si presenta comunque come ben fatto e con delle ottime interpretazioni degli attori. Divertenti i cammeo di Meryl Streep, Angela Lansbury e Dick Van Dyke. Ritorno Poppins analisi
Catturano e fanno ballare le musiche e i balletti del film. Merito sicuramente del regista Rob Marshall, regista specialista nei musical come Into the Woods e Chicago.
Certamente le canzoni del primo Mary Poppins come “Supercalifragilissimespiralidoso”o “Basta un poco di zucchero” sono un lontano ricordo, ma anche queste sembrano convincere.
L’impresa era ardua, raggiungere il successo come quello di Mary Poppins del 1964 era già una causa difficile in partenza, ma tutto sommato sembra essere riuscita. Ritorno Poppins analisi
Certamente il film potrà fare maggior breccia nelle nuove generazioni, piuttosto che sulle vecchie, attaccate ancora al modello di Julie Andrews. Ritorno Poppins analisi
Se il film riuscirà ad esprimere tutto il suo potenziale, ce lo potrà dire soltanto il tempo. Vedere se il film farà presa sul pubblico, se ne ricorderemo ancora canti e balli a distanza di tempo.
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