Quando i tripodi invasero la… Terra! Guerra Mondi Cruise cameriera

Liberamente ispirato al romanzo omonimo del 1898 scritto da H.G. Wells, la Guerra dei Mondi di Steve Spielberg racconta una storia parallela, che prende spunto ma si diversifica su alcuni tratti significativi. Il mezzo cinema è forse il più ideale per raccontare una storia del genere, sopratutto se i soggetti sono degli alieni invasori. Un film che non si limita mostrare distruzione e azione (Indipendence Day?), ma che vuole puntare ad far riflettere lo spettatore su degli argomenti precisi.Guerra Mondi Cruise cameriera

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Guerra Mondi Cruise camerieraIl film di Spielberg si muove su una linea comune, più matura e sensibilmente concreta, come lo era stato il suo capolavoro di massima “E.T.”, in cui questa volta non è l’uomo che deve comunicare con il diverso, ma anzi è costretto ad affrontare l’incomunicabilità, familiare tra le tante, messa a dura prova da una situazione terribile. Un film che si distoglie dai canoni già visti in E.T, qui, in “La Guerra dei Mondi”, vediamo personaggi sopraffatti dalla morte e dall’inevitabilità del caso: macchine tripodi che distruggono il mondo e seminano morte e distruzione.

Un tipo di “orrore” a cui Spielberg non è assolutamente estraneo, prendete “Salvate il soldato Ryan”, non vi sembra abbastanza cruento? Sopraffazione, questa è la meccanica su cui si muovono i personaggi di Spielberg in “La Guerra dei Mondi”. Ma nella sua totalità il film riesce a soddisfare? Appaga? o è semplicemente uno sfoggio di stile e superbia registica? Il film non vuole mettere i piedi in testa a nessuno, non vuole sopratutto elargire comandamenti e insegnamenti morali, il film di Spielberg racconta semplicemente una storia. Dalle teorie dell’evoluzione, alla forza di sopravvivenza in situazioni di crisi in cui è l’amore a vincere, “La Guerra dei Mondi” fa il suo dovere, non riuscendo però ad essere convincente su alcune scelte narrative.

Guerra Mondi Cruise cameriera“Tom Cruise il benefattore”

Durante le riprese Tom Cruise, insieme ad un entourage di venti membri della troupe (tra i quali anche Steven Spielberg), si recò ad un Daisy Queen a Lexington, Virginia, nei pressi del set. Sul bancone del locale Cruise vide un barattolo con una foto di Ashley Flint, e scoprì la sua storia: la ragazza, all’epoca quattordicenne, era quasi morta in un incidente di go-cart, e a causa delle ingenti spese mediche necessarie per salvarle la vita la famiglia aveva chiesto aiuto alla comunità.

Prima di andarsene dal locale, Tom Cruise infilò nel barattolo ben $5000 dollari in contanti. Un gesto di solidarietà che nel suo piccolo fece la differenza, e all’epoca conquistò le pagine di tutti i giornali.

 

 

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