Per quanto la serie videoludica di Mortal Kombat sia conosciuta principalmente per l’estrema violenza degli scontri tra i combattenti,.la mitologia che sta dietro alla storia e ad ogni personaggio è sorprendentemente ampia, andando ad ampliarsi per oltre tre decenni. Partendo con questa premessa, il film che stiamo analizzando in questa recensione scalfisce solo la punta dell’iceberg per quanto concerne la profondità narrativa del materiale originale,.e per quanto ci siano parecchi richiami ai vari capitoli della saga, tra Fatality raccapriccianti e volti familiari, rimane solo in superficie. Mortal Kombat recensione film
Questo rende già in partenza deficitario il film, inducendoti quindi a pensare che quello che stai guardando non è poi così tanto interessante, nonostante la violenza tipica del franchise.
Fight!
Simon McQuoid fa il suo debutto alla regia con questo Mortal Kombat, film che è rimasto in produzione per un quarto di secolo dato che avrebbe dovuto esserci un terzo film della serie degli anni ’90 lanciata da Paul W.S. Anderson.
Il film del 1995 spezzò la maledizione sugli adattamenti dei videogiochi dopo flop di critica e pubblico come Street Fighter e Super Mario Bros. all’inizio di quel decennio. Sebbene non sia invecchiato bene, considerando quanto film come The Matrix abbiano influenzato il mondo di Hollywood,.il film è tutt’oggi ricordato con affetto dai fan storici della serie.
Questo reboot cinematografico di Mortal Kombat segue in gran parte la stessa premessa narrativa dei giochi in cui i campioni della Terra affrontano creature provenienti da un luogo chiamato Netherrealm in un torneo di combattimento con il destino del mondo in bilico.
Nel film c’è una leggera differenza rispetto al materiale d’origine, visto che i campioni sanno di essere stati scelti perché hanno tutti le voglie del logo del drago di Mortal Kombat sul proprio corpo. Sfortunatamente, gli avversari del Netherrealm hanno deciso di non giocare lealmente e stanno dando la caccia ai combattenti della Terra prima del torneo.
L’impostazione dell’opera non è tanto dissimile da una grande epopea supereroistica,.con un gruppo di individue superpotenti che si uniscono per combattere un nemico comune. Ma a differenza di film come The Avengers (e sequel), Mortal Kombat non dedica abbastanza tempo a presentare tutti i suoi personaggi.
La prima metà del film è sfocata, corre da un personaggio all’altro, cercando al contempo anche di impostare le regole di questo mondo fantastico unico. Il risultato finale, in tal senso, è una via di mezzo tra il voler raccontare troppo e il non raccontare abbastanza: c’è una quantità enorme di informazioni, ma nessun elemento viene approfondito davvero.
Alla fine dei conti i personaggi protagonisti potrebbero essere riassunti tutti con una riga di testo, e quando arrivano i momenti drammatici e i colpi di scena il film esplicita la sua volontà di coinvolgerti emotivamente è lì che l’opera fallisce. Se non emoziona in senso drammatico, il film pecca anche sul lato humor. Basti pensare che la battuta più divertente del film è legata al mondo in cui è scritto il termine “kombat“. Il che è tutto dire.
Fatality!
Mortal Kombat funziona principalmente come prologo, puntando quindi a introdurre i personaggi di tutto il franchise di 11 giochi, incluse icone come Liu Kang (Ludi Lin) e Goro (una mostruosità in CGI a quattro braccia doppiata da Angus Sampson), oltre che presentare un personaggio del tutto inedito, ovvero Cole Young (Lewis Tan).
Se l’opera fallisce su molti aspetti, quando tenta di imitare i videogiochi dell’omonima saga la musica cambia. In una sequenza verso la fine, soprattutto, vediamo i vari combattenti protagonisti di scontri all’ultimo sangue con tanto di iconiche (e raccapriccianti) Fatality. Ci sono parecchie morti in Mortal Kombat e, proprio come nei giochi, sono tutte terribilmente sadiche come tradizione vuole. Mortal Kombat recensione film
Semplicemente, però, questo non è abbastanza. Se Mortal Kombat non fosse altro che un flusso costante di combattimenti accuratamente coreografati accompagnati da morti sanguinolente allora staremmo parlando di un discreto film d’intrattenimento.
Purtroppo però spende troppe energie sul come e sul perché, senza effettivamente scavare abbastanza in profondità da rendere il tutto un minimo avvincente o quantomeno interessante. Mortal Kombat, inoltre, ha a malapena una storia completa, e invece di un vero finale il tutto termina con numerosi spiragli per un futuro che potrebbe anche non esserci mai.
Mortal Kombat, in definitiva, è un brutto film,.e seppur ci siano alcune delle luci (come per esempio il combattimento tra Scorpion e Sub-Zero) tutto il resto e privo di inventiva. Sul lato tecnico, poi, non solo non eccelle in nulla, ma risulta quasi indecente soprattutto per quanto concerne la Computer Grafica.
La parte centrale dell’opera, soprattutto, è orribile a dir poco e rende vano quel (poco) di buono che c’è nel resto del film. Insomma, in conclusione sarebbe stato meglio lasciare Mortal Kombat lì dove sta,.visto che evidentemente meglio di quel film del 1995 non sembra sia possibile fare.
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