A pochissimi giorni dalla prima uscita italiana del film Whitney al cinema, arrivano le prime critiche commosse e al contempo incantate dalla biopic della famosa cantante. Whitney film cinema
A riportare in scena la memorabile Whitney Huston, è il regista inglese Nick Broomfield che riesce a delineare la figura frastagliata quanto dolce di una delle cantanti più grandiose dell’intero panorama musicale attraverso il film documentario Whitney.
Da un lato la star dal sorriso contagioso e la voce irresistibile: quella di “I Will Always Love You”, dei tour internazionali dei dischi d’oro, dei record, dei film al cinema. Whitney film cinema
Dall’altro la donna morta a 48 anni per droga nel peggiore dei modi: lontana dalle scene, circondata dalle voci più degradanti e dai giudizi più sprezzanti. Whitney film cinema
Broomfield espone con una forma tradizionale e una cronologia un po’ confusa: che però, paradossalmente, ben ritrae e rispecchia il caos che circondava la cantante e quello che aveva dentro di sé.
Il peso incombente del successo
Partendo dalla tenera età, il docufilm ripercorre fin dagli arbori la precoce strada che la talentuosa cantante ha attraversato per raggiungere il successo mondiale.
Il successo arrivato troppo presto e troppo all’improvviso; una famiglia che dipende da te e ti vampirizza; una madre troppo oppressiva; una fragilità congenita che il peso del successo e della fama non fa altro che portare all’eccesso.
“CAN I BE ME”: un urlo disperato
Una stella splendente, costruita a tavolino per essere giudicata potabile dal pubblico bianco (e per questo rifiutata dai fratelli neri). Whitney film cinema
La Houston ha sempre fatto fatica a trovare e imporre la sua vera identità, nella musica come nella vita: non a caso, nella versione originale nel titolo di questo film compare anche la frase “Can I Be Me”, “posso essere me stessa?”.
Schiacciata dai manager che la volevano bianca, incapace di badare totalmente a sé stessa, diventata nel tempo da semplice solista gospel a star indiscussa dell’universo discografico.
Alle prese con un’amicizia ostacolata da pungenti dicerie e l’amore per Bobby Brown, che strappandole il cuore, perennemente in competizione con lei, l’ha condotta fino alla soglia del baratro.
Attraverso testimonianze reali e video di repertorio, Whitney risuona di melodie tragiche come in fondo la vita della cantante è stata. Iniziando dalla fine mortale, in quella vasca da bagno in cui la donna è stata ritrovata l’11 febbraio 2012.
Anche solo ad ascoltare quelle canzoni intramontabili nel docufilm Whitney, quei successi che tanti record hanno segnato nella storia della musica, tornano i brividi per l’indole indiscutibile della Houston che risuona sul grande schermo, per quella voce incredibile prematuramente affievolitasi a causa dei dispiaceri che il destino le ha malamente riservato.
Magari adesso la nostra Whitney potrà finalmente riposare in pace e allietare con la sua incantevole voce il mondo ultraterreno.
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