Ci sono storie destinate a diventare un film. Per l’eroismo dei protagonisti. Per la semplicità e la speranza che ne hanno intriso la trama.
O semplicemente perché vantano un lieto fine che in pochi immaginavano, ma che tutti si auguravano. Come la storia dei piccoli calciatori thailandesi. bambini thailandia salvataggio
La storia bambini thailandia salvataggio
Il 23 giugno, dodici studenti di età compresa tra gli 11 e i 16 anni e il loro allenatore di calcio 25enne sono rimasti intrappolati in una grotta nel parco naturale Tham Luang, nel nord-est della Thailandia.
I soccorritori hanno impiegato molto tempo a trovare i ragazzi dispersi in un complesso lungo oltre 10 km e parzialmente inondato da piogge torrenziali.
I giovanissimi giocatori della Mu Pa, si erano inoltrati per quella che doveva essere una semplice gita, prima di essere sorpresi da un acquazzone che ha allagato diversi tratti della caverna, chiudendo varie vie d’uscita.
Sono sopravvissuti oltre 120 ore senza cibo, al buio, bevendo gocce d’acqua che cadevano dall’alto.
Per fortuna, i volontari, provenienti anche da altri Paesi, sono riusciti a salvarli tutti.
Il nuovo progetto
Visto il finale positivo della vicenda che ha tenuto tutto il mondo in apprensione, si è pensato di dar vita a un film.
Il regista americano di origine asiatica Jon M. Chu, però, su Twitter ha dichiarato che avrebbe impedito a Hollywood di appropriarsi di questa storia con un intervento di whitewashing.
In che senso? “Sbiancando” i bambini in una ipotetica versione cinematografica occidentalizzata.
“Devono stare attenti, altrimenti faremo vedere loro l’inferno”, ha ribadito sui social.
Così Jon M. Chu, insieme alla casa di produzione cino-americana Ivanhoe Pictures, farà in modo che il dramma dei bambini thailandesi al cinema venga adattato nel modo più pulito possibile.
“È una storia di esseri umani che salvano altri esseri umani – dice il regista – e deve essere trattata nel modo giusto e con il giusto rispetto“.
Non è un caso, dunque, che alcuni executive della Ivanhoe Pictures abbiano già contattato le famiglie per chiedere il consenso.
Una novità se si considera che Jon M. Chu, ha girato film hollywoodiani come G.I. Joe – La vendetta e Now You See Me 2, ma adesso si schiera contro l’industria del cinema per fare in modo che sulla vicenda non si speculi.
Anzi, si esalti il valore dei baby protagonisti, veri e propri eroi della vita reale.
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