Con la regia di Sebastiano Mauri, distribuito da Nexo Digital, Favola è una commedia che ruota attorno all’amore tra due donne.
Nel cast, Filippo Timi, Lucia Mascino, Luca Santagostino, Sergio Albelli e Piera Degli Esposti. In sala solo il 25, 26 e 27 giugno.
La trama favola film lesbo
La vicenda è ambientata nell’America patinata degli anni Cinquanta. favola film lesbo
Mrs Fairytale vive una vita apparentemente perfetta: tutto, dalla sua casa al suo giardino, passando per la sua esistenza, è organizzato nella maniera più impeccabile possibile.
È casalinga a tempo pieno, e moglie modello, ma subisce la violenza del marito e si consola con un’amica fedele (Mrs Emerald, interpretata da Lucia Mascino), anche lei in uno stato di felicità mista a tristezza.
Mrs Fairytale, però, è molto più di questo: sotto la gonna, infatti, nasconde un segreto.
E così, tra una lezione di mambo e un’altra, la protagonista trova il coraggio di fuggire dalla gabbia dorata, in modo tale da capire qual è la sua vera identità, e ritrovare se stessa.
Amore omosessuale
Manifesto estetico e nostalgico, Favola, come Carol, racconta l’amore difficile tra due donne.
Mauri, in particolar modo, trae ispirazione dai film di Todd Haynes e Douglas Sirk, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “divertissement transgender“.
Si tratta comunque della trasposizione di una pièce di Filippo Timi, scritta per le scene del Teatro Franco Parenti nel 2011.
L’impianto è melodrammatico, e si rivela l’espediente ideale per sprofondare nei sentimenti della (o del) protagonista in maniera consapevole.
Mrs Fairytale fa di tutto per risultare conforme in un mondo conformista. Così si ritrova “costretta” a ricambiare i desideri del marito, a seguire la volontà della madre e le regole della società.
Fino a quando scopre che l’imperfezione in fondo ha il suo fascino. E decide di accantonare l’immagine di sé glamour e laccata, e guardare, invece, alla vita vera, che non sempre è un sogno.
Eroicamente (ed eroticamente), dunque, fa coming out. Ed è lì che capiamo che dietro la sottana del personaggio interpretato da Timi, femminile e maschile si mescolano.
Lo stile
Favola è esplicitamente queer, caratterizzato da un gioco di colori che investe i personaggi e l’ambiente sociale.
In fondo è una commedia di genere, pensata così già nel momento in cui viene sceneggiata da Mauri e Timi, autori dei quali talento e generosità spiccano sin dalle prime battute della pellicola.
L’ironia la fa da padrona, anche se si tratta di un melodramma, perché il dolore ferisce tanto più intensamente quanto più si conosce il piacere.
Certo, la risata è soggettiva, come il gusto e il desiderio, ma Favola riesce a far ridere, nonostante questa sia spesso un’impresa improbabile.
La giusta vena ironica serve, però, a fissare l’architettura del film, accompagnare le emozioni, rivendicare un atto di emancipazione, rivolgere domande pesanti in maniera leggera.
Il cast
I punti di forza di Favola sono i personaggi, gli attori. In particolare, Filippo Timi, grazie alla sua disinvoltura narrativa e alla sua presenza scenica, lavora, come ha sempre fatto, sul corpo, sulla maschera attoriale e sull’identità di genere.
E stavolta mette in mostra un cuore che drammaticamente batte, forte, nonostante le costrizioni morali. Insomma, splendore e ferocia si mixano in maniera letale.
Dunque, cos’è veramente Favola? È la negazione della psicologia tradizionale.
È una sorta di identificazione di due esseri che si conosco e iniziano a viversi come se fossero legati, equivalenti, come se si riflettessero l’uno nell’altro, nonostante opposti (bruna e bionda, iniziata e ingenua).
Le canzoni, poi, sottolineano la disponibilità sentimentale delle protagoniste, soprattutto quando ballano avvinghiate il mambo.
Due amanti che così si liberano da quella colpa che all’epoca le avrebbe macchiate inesorabilmente.
Come un desiderio represso, che a un certo punto non può fare a meno di venire fuori.
Solo tre giorni, ma intensi, per vedere Favola. Che aspettate? Correte al cinema.
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