Mad Max: Fury Road è probabilmente uno dei film d’azione più apprezzati e di successo degli ultimi 20 anni, diretto da quel George Miller che già 36 anni fa aveva dato il via alla saga di Mad Max con protagonista Mel Gibson. Ma come molti capolavori del panorama cinematografico, non sono mancate le tensioni sul set. A parlare della cosa sono stati gli stessi Tom Hardy e Charlize Theron i quali, in un articolo del New York Times, hanno svelato del perché tra i due durante le riprese non scorresse buon sangue. Mad Max produzione
Charlize Theron, che nel film interpreta Furiosa, ha raccontato:
“Ripensandoci non avevo abbastanza empatia per capire davvero cosa deve aver provato Tom Hardy nel raccogliere l’eredità di Mel Gibson. Deve essere stato spaventoso! E credo che a causa della mia paura stavamo alzando entrambi delle barriere per proteggerci invece di dirci a vicenda ‘Questo è spaventoso per te tanto quanto lo è per me’. Cerchiamo di essere gentili tra di noi’. In un modo strano stavamo agendo come i nostri personaggi: tutto riguardava la nostra sopravvivenza. […] Ero incredibilmente spaventata perché non ho avevo mai fatto niente di simile. Credo che la cosa più difficile tra me e George fosse che lui aveva tutto il film perfettamente in mente, mentre io tentavo disperatamente di capirlo“.
Tom Hardy, che nel film interpreta proprio Mad Max, si è trovato d’accordo con le parole dell’attrice, aggiungendo:
“Sono d’accordo. Col senno di poi, era un contesto incomprensibile in così tante maniere. La pressione alle volte era troppa e insostenibile per entrambi. Quello di cui Charlize Theron aveva bisogno era un partner migliore e forse con più esperienza rispetto a me. Non si può fingere di avere esperienza. Vorrei pensare che ora che sono più anziano e brutto sarei all’altezza della situazione“.
Il film ha avuto una produzione molto travaglia, e spesso sul set si percepiva un’aria di confusione e disagio, tant’è che la stessa.Theron ha suo malgrado dovuto fare da mentore agli altri membri del cast:
“Tutte le mie giovani colleghe si rivolgevano a me come se fossi una sorta di ‘risolvi problemi’ e, ovviamente, nessuno può essere incolpato per questo. Ma è una roba che capisco solo adesso perché conosco George Miller e ho attraversato tutto questo insieme a lui, motivo per il quale ora avrei completa fiducia in lui. In passato mi è capitato di fidarmi dei registi in situazioni analoghe in cui cercavo di comprendere cosa stessero cercando di fare per poi scoprire che il film era un assurdo casino“.
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