Trama Martin Eden analisi film
Nella Napoli dei primi anni del XX secolo Martin Eden, un rozzo marinaio, cerca di tirare avanti accettando vari lavori umili. Un giorno si innamora di Elena, sorella Arturo, giovane rampollo borghese salvato da Martin da un pestaggio in strada. Martin Eden analisi film
Martin e Elena provengono da mondi totalmente differenti e questo spinge il ragazzo, per conquistare la fanciulla, ad elevarsi al di sopra rispetto le sue umili origini cominciando a leggere, scrivere a acculturarsi, fino a desiderare di diventare un affermato scrittore. Il ragazzo si ritrova così tra due realtà in continuo scontro, con sullo sfondo un mondo sempre più sopraffatto dalla nascita di vari movimenti politici di massa.
Alla ricerca dell’Eden
Martin Eden è tratto dall’omonimo romanzo dell’autore americano Jack London. La storia è stata rimaneggiata sapientemente dal regista Pietro Marcello, che si è anche occupato della sceneggiatura assieme a Maurizio Braucci.
Seppur il contesto sia differente rispetto all’opera originale, si passa infatti dalla California al golfo di Napoli, l’accuratezza e il rispetto verso verso l’opera originale rendono le tematiche e la filosofia alla base dell’omonimo romanzo pressoché immutate.
Martin Eden è la rappresentazione dell’uomo comune che rivendica la propria libertà di poter decidere di essere chiunque e qualsiasi cosa voglia, indipendentemente dalla sua estrazione sociale.
Martin è un uomo sconfitto da una società che lo ha tradito e che non è conscia nemmeno della sua esistenza. Privo di denaro, di amore e di affetto, si porrà come obiettivo quello di cambiare e migliorarsi, sia per amore che per sé stesso. La domanda che però sta alla base sia del film che dell’opera originale è: il tuo luogo di provenienza identifica chi sei?
Quando Martin riuscirà a conquistare lo spazio borghese si troverà di fronte la terribile verità che si cela dietro a questa domanda. I suoi scritti, inizialmente derisi e non presi sul serio, verranno mano a mano ricercatissimi da quello stesso mondo che lo aveva respinto. Un mondi mediocre e ipocrita, dove l’apparenza conta più di qualsiasi altra cosa.
L’arte come ancora di salvezza
Martin è un uomo che agisce come se il mondo attorno a lui non esistesse, come se vivesse in un luogo dove il tempo si è fermato e dove conta soltanto ciò che ha di fronte a sé. Un individualista in un mondo dove il socialismo sta prendendo sempre più piede e dove la lotta tra le classi sociali si fa sempre più serrata, Martin è convinto di poter salvare la propria anima grazie grazie all’amore e alla scrittura, ma finirà per naufragare nelle proprie illusioni.
La sua rincorsa alla felicità diventerà ben presto una continua idealizzazione di un mondo che in realtà è banale e insignificante, lontano dalla favola che si era immaginato.
Luca Marinelli non recita nel ruolo di Martin Eden, ma lo è diventato. È raro vedere un attore così tanto calato nella parte a tal punto da diventare un tutt’uno con il personaggio che si sta interpretando. Il film si regge quasi interamente sul suo incredibile talento attoriale, seguendo passo passo l’evoluzione del suo personaggio e la sua dolorosa trasformazione.
La parabola di Eden, descritta con calma e parsimonia nella prima parte del film, subisce però una brusca accelerata nell’ultimo atto. L’epilogo, troppo frettoloso, mette inspiegabilmente da parte la pazienza con la quale gli eventi stavano fin lì venendo perfettamente narrati. Oltre a ciò, il regista Marcello non è riuscito a gestire alla perfezione il contesto socio-politico che fa da sfondo alla macro-storia, risultando appena accennato e inserito a forza in certi tratti della pellicola.
Conclusioni
A parte queste due pecche, Martin Eden è un film unico e intenso, che narra una storia che riguarda tutti noi i quali, per quanto possiamo rincorrere a lungo un sogno, alla fine esso ci tradirà sempre. È un perfetto affresco del mondo moderno, a testimonianza del fatto che, seppur il romanzo originale sia stato pubblicato nel 1909, in oltre un secolo di storia le cose non sono cambiate poi così tanto.
E voi, cosa ne pensate? Avete già visto il film? Credete Luca Marinelli abbia meritato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile? Fateci sapere la vostra con un commento qua sotto e continuate a seguirci su Cinemondium!