A Catania, si è appena scritta la pagina di un nuovo capitolo. Un capitolo fatto di solidarietà, fede, arte.
Il Festival delle Parrocchie ha segnato uno spartiacque. Un prima e un dopo, impossibile da ignorare.
È successo così che martedì 19 novembre, al Teatro Metropolitan, diverse realtà ecclesiali si sono unite sotto lo stesso slogan: aiutare il prossimo perché “insieme è più bello”.
Hanno messo a servizio dell’altro le proprie capacità artistiche e culturali, la voglia di fare, la gioia della condivisione e della fraternità, con l’obiettivo di ricavare un contributo significativo per sostenere l’Help Center della Caritas di Catania, nella costruzione di docce e bagni.
Traguardo raggiunto, se si pensa ai 3.000 euro raccolti.
Beneficenza, la più genuina, sotto forma di recitazione, canto, ballo. metropolitan catania festival 2019
Uno spettacolo che ha allietato il pubblico, toccando le corde emotive più sensibili.
Merito, innanzitutto, di Atacanì, associazione senza fini di lucro, nata da un’idea di Mimmo Luvarà.
Gli ideatori metropolitan catania festival 2019
«L’esperienza passata – racconta il fondatore che è stato animatore negli oratori di parrocchie di periferia – mi ha permesso di elaborare nel tempo l’idea che si potesse realizzare un Festival delle Parrocchie.
Una testimonianza del fatto che le realtà ecclesiali esistono, sono bellissime, vive, capaci di muoversi e reagire.
È successo, pertanto, che anche quelle più periferiche e meno partecipi, si sono sentite stimolate, rispettate, già solo perché cercate e coinvolte in questo progetto».
Continuità, dunque, è quello che ci si augura: «Ci sono diversi aspetti da valutare insieme ai soci dell’associazione. Non posso ancora sbilanciarmi.
Di sicuro, Atacanì continuerà a raccontare la “bellezza”, in senso estetico e, soprattutto, spirituale.
Cercheremo di valorizzare anche il lato artistico e turistico delle nostre chiese, e di chi finora è rimasto in disparte. Evangelizzare resta l’obiettivo».
Pensieri condivisi con Padre Giuseppe Raciti, il cui contributo è stato imprescindibile: «È stato fantastico – continua Mimmo Luvarà – Un padre spirituale importante.
Una guida, che ci ha ripreso nei momenti giusti, e ci ha sostenuto sempre, coi fatti».
A tal proposito, Padre Giuseppe conferma: «È stato proprio Mimmo ad accarezzare l’idea di questo Festival. Me ne ha parlato, ed io ho reagito con entusiasmo, ma anche con tanta paura.
La mia preoccupazione era soprattutto economica. Le parrocchie, poi, avrebbero aderito? La Provvidenza ci ha aiutato in tutto.
Abbiamo trovato gli sponsor, i benefattori, e le parrocchie hanno risposto positivamente.
Il futuro? Ci piacerebbe che la prossima edizione fosse richiesta. E che le realtà ecclesiali interessate possano proporsi con ardore».
Poliedricità e fede: le parole d’ordine metropolitan catania festival 2019
La realizzazione di un traguardo così massiccio vanta anche la partecipazione dell’Arcidiocesi di Catania, e di Chiesa-Mondo, sorta nel capoluogo etneo negli anni Settanta con una sola missione: vivere e far vivere il Vangelo in chiave comunitaria, con un’attenzione particolare per le periferie urbane ed esistenziali.
Una base importante per un Festival aperto a tutti, soprattutto a chi ha davvero bisogno.
Grazie alla direzione artistica e alla preziosa regia di veterani del mondo del teatro, quali Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, in collaborazione con “Buio in Sala”, è stato possibile assistere a uno spettacolo eterogeneo, collettivo.
Realtà diverse si sono incontrate, alcune per la prima volta, dando il meglio di sé, in termini artistici ed umani.
Compattezza e allegria: è questo il clima che si è respirato dietro le quinte e nei camerini, sin dalle prime ore di prove pomeridiane.
Le stesse sensazioni che poi sono arrivate al pubblico quando talenti differenti, mixati alla giusta dose di divertimento e intraprendenza, sono saliti sul palco insieme ai protagonisti.
«Nulla da invidiare ai professionisti – sottolinea Padre Giuseppe – Ho ricevuto complimenti anche da critici del settore.
E l’arcivescovo, Salvatore Gristina, che ha assistito al Festival dall’inizio alla fine, mi ha confessato che non ha annoiato affatto».
I protagonisti
Ogni gruppo ha portato in scena otto minuti o poco più di esibizioni, capaci di veicolare messaggi di speranza, di amore, di fede.
E proprio la fede è stato il filo conduttore. In Dio… e negli altri.
“Eccomi”: invita cantando il coro di Atacanì, diretto da Valentina Arcifa.
Ed “eccoci”, tutti, a partire da Salvo La Rosa, che ha presentato egregiamente, dando spazio appropriato ad ogni ospite.
Ci sono i musical, colorati, d’impatto: Don Bosco della Parrocchia San Nicolò di Misterbianco, impegnata nell’evangelizzazione anche attraverso lo storico Oratorio, che coinvolge grandi e piccini.
Pinocchio dei D.B. Friends di Biancavilla – Compagnia Novaluna, che si autodefiniscono “eterni giovani”, convinti che il teatro possa fornire degli ideali.
Peter Pan dell’Oratorio S. Maria del Rosario di Adrano, che da sempre mette in primo piano i ragazzi, offrendo le più disparate attività formative.
Ci sono, poi, le voci, corali o soliste: da “Fratello Sole Sorella Luna” della Parrocchia San Cristoforo alle Sciare, punto di riferimento per molte famiglie del quartiere catanese, al “Jesus Christ You Are My Life” della Parrocchia Santa Maria di Ognina, a disposizione della Diocesi con stile missionario.
Da “When You Believe” del Coro Doulce Mémoire a cura di “Buio in Sala”, al medley di “Gioia e Canto” della Pastorale Giovanile – “Gruppo Bricks”, passando per il Magnificat di Maria Cristina Litrico, “The Prayer” di Alessandro Incognito, “La vita al Pantano” della Parrocchia SS. Crocifisso dei Miracoli, che mette al servizio spazi appositi per senza fissa dimora e studenti universitari.
E mentre rullavano veementi i Tamburi Imperiali della Parrocchia Santa Maria della Salette, e Padre Antonio De Maria con il Dott. Giuseppe Claudio Carbonaro, rendevano omaggio a Catania, e alla sua patrona, Sant’Agata, si alternavano in scena la Parrocchia Santa Maria del Rosario di Motta, che con gli Scout ha testimoniato il bene fatto da Don Puglisi nel combattere la mafia a Palermo.
Mons. Barbaro Scionti, che ha ricordato Luciano Zoda, a cui è stato dedicato il Festival.
E la Parrocchia Santa Lucia al Fortino, gli “Angeli con un’ala sola”, che hanno interpretato uno stralcio tratto da “La Canonica”, con l’intervento dei fratelli Napoli, maestri del teatro dei pupi.
Presente anche la danza, con la scuola Tmb Lo Giudice, che ha eseguito una coreografia di Simona Leonardi sulle note di “Isole del Sud” di Claudio Baglioni, rievocando lo sbarco degli immigrati presso le coste siciliane, e la mano tesa nei loro confronti, sempre.
Doveroso citare, nel corso della serata, Annamaria Ritter e Marcello Inguscio, fondamentali nella nascita della Missione Chiesa-Mondo.
Show, ricco e corposo, condito dal Padre Nostro finale.
Tutti “fratelli”. Tutti “ali di riserva”. Con lo stesso obiettivo, in testa e nel cuore.
Desiderosi di confrontarsi, complimentarsi e incoraggiarsi a vicenda.
Ci si esibiva, e subito fuori, perché non si poteva di certo perdere lo spettacolo della realtà successiva, con la voglia di apprendere, condividere e migliorarsi.
“Lava che sgorga dalle viscere della terra, fiore che nasce, sole che sorge”: così Mimmo Luvarà definisce Atacanì.
E così ci piace definire la pagina di questo nuovo libro, da leggere tutta d’un fiato, con la voglia di andare avanti, curiosi.
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Un articolo pulito, bello, elegante e realizzato da una giornalista brava, che si vede che mette passione in quello che fa