Modena Park ovvero la festa epocale, il concerto che non avrebbe mai dovuto avere fine, quello che chiunque, per primo lo stesso Vasco, sapeva sarebbe stato il lascia passare per entrare nella leggenda. Modena Park film Vasco
La vita artistica di Vasco si può descrivere a tappe e ognuna di esse finisce e ha inevitabilmente inizio con eventi di massa. La sua carriera fece il primo grande salto proprio nel ’90, quando, dopo dieci anni di vita disastrata, il Blasco riempiva i suoi primi stadi, permettendosi di dire no agli Stones che lo volevano per riempire uno spazio troppo grande persino per loro. Modena Park film Vasco
Una cosa che nessuno poteva pensare fosse realizzabile. Lui che nei primi anni ottanta parlava di negri e di troie, di figli sgozzati e di deviazioni, sempre più preda delle sue malinconie ma senza perdere credibilità. Con il passare degli anni, questo uomo si è trasformato in qualcosa di così inattaccabile da diventare una sorta di santo patrono del Paese. Diventa, di fatto, ricordando le storiche parole di John Lennon, più famoso di San Francesco. Modena Park film Vasco
Il mega raduno di Imola, che celebrava i suoi primi vent’anni di carriera e che oggi può essere visto tranquillamente come la prova generale di quello che duecentoventimila paganti hanno visto a Modena la scorsa estate, diede il via ad un’infinita gara con se stesso che dura fino ai giorni nostri. Sempre fuori concorso, fuori portata, fuori dagli schemi, persino fuori da ogni logica commerciale.
Nessuno in Italia ha mai fatto meglio di lui e nemmeno come lui. E se qualcuno ci ha provato, aveva lui come modello, come riferimento assoluto.
Modena Park film Vasco
Modena Park, nei cinema d’Italia per il classico periodo limitatissimo, non è la semplice riproposizione autocelebrativa di un uomo abituato al successo. É forse la migliore fotografia possibile di quarant’anni senza i quali la storia e la cultura del nostro paese sarebbero stati radicalmente differenti.
Perchè l’Italia, a quel ragazzo sfacciato e provocatore, quel cantante a metà tra Fabrizio De Andrè e un Jim Morrison di provincia, deve davvero molto. Un paese che usciva profondamente minato dagli anni di piombo, che avevano precluso ai ragazzi di allora di poter respirare a pieni polmoni quella ventata che arrivava dal rock anglo-americano e che dal vivo poté vedere prima il Vasco di Siamo Solo Noi e Bollicine.
Rossi, oltretutto, proprio come De Andrè parlava in primis agli ultimi, a coloro che di quel periodo storico avevano subito le conseguenze peggiori e che, spesso, avevano trovato nell’eroina l’unico rimedio alla malinconia.
Mentre gli ingenui continuavano a credere che un brano come Bollicine parlasse realmente di Coca Cola, l’amarezza che pervadeva anche l’animo del suo popolo era già tutta contenuta in quei dischi, che lo trasformarono inevitabilmente e, forse senza volerlo, nell’unico portavoce credibile di quella generazione di sconvolti.
La soddisfazione dei fan
Perché oggi dobbiamo celebrare nuovamente un uomo che si avvicina ogni anno di più ai settant’anni e che, per i più giovani, dovrebbe rappresentare una lingua sostanzialmente sconosciuta? Perché, in quarant’anni, gli abbiamo visto cambiare mille volte aspetto, girovita, sonorità e talvolta band. Ma mai una volta ci ha dato modo di pensare che il suo animo fosse minimamente mutato rispetto al disperato cui sentivamo cantare Fegato spappolato tanti anni prima.
Perché, se è vero che qualche volta abbia giocato pericolosamente col proprio ruolo di rockstar, è anche chiaro che, come non tutti i precursori, Vasco sia arrivato prima alla gente che alla critica. Perché la sua poetica è sempre arrivata prima alla pancia di chi era pronto a comprenderlo. Perché ci ha insegnato a fottercene della conseguenze e che la realtà, comunque vada, è sempre meglio viverla. Ci ha insegnato che é meglio una “vita spericolata e piena di guai” piuttosto che piatta e monotona.
Ed è proprio per questo che, al secondo giorno dall’uscita del film nelle sale, é in testa alle classifiche del box Office italiano.
Più che soddisfatti i fan, quasi estasiati. Ma anche chi non va matto per la musica del grande Vasco da questo film ha imparato davvero tanto.
Margherita, 18 anni, non fan si esprime così:
”Non volevo andare a vedere assolutissimamente questo film, sono stata praticamente trascinata dal mio fidanzato. Pensavo mi sarei scocciata, invece sono stata, dal primo minuto in cui è partito, con il fiato sospeso e la speranza che durasse il più possibile.”
Che dire?! Andate tutti al cinema!
Midena park vi aspetta in tutte le sale italiane dono al 7 dicembre.
Per rimanere sempre aggiornati continuate a seguirci su Cinemondium.com