Nella giornata di ieri, 1 dicembre, è morto a 63 anni l’attore Ennio Fantastichini presso il Policlinico Federico II di Napoli per una grave leucemia. L’attore era stato ricoverato d’urgenza due settimane prima. Muore Ennio Fantastichini
Una vita dedicata alla recitazione Muore Ennio Fantastichini
Nato a Gallese, provincia di Viterbo nel Lazio, il 20 febbraio del 1955, era figlio di un maresciallo dei carabinieri. Come sappiamo, Ennio prese una strada differente da quella del padre. All’età di vent’anni, nel 1975, si trasferisce a Roma per studiare recitazione presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica. Ennio non era però nuovo alla recitazione. Alcuni anni prima, infatti, aveva già partecipato ad alcuni spettacoli teatrali, e ad appena quindici anni aveva recitato in un’opera di Samuel Beckett. Il debutto sul grande schermo avviene nel 1982, nel film Fuori dal giorno di Paolo Bologna. Da quel momento in poi la sua carriera attoriale sarà un continuo crescendo, sia al cinema che al teatro ma anche in televisione.
Il film che farà spiccare definitivamente il volo a lui e alla sua carriera sarà Ferie d’agosto, pellicola del 1996 diretta da Paolo Virzì. Ennio interpretava Ruggero Mazzalupi, un prepotente e truce proprietario di negozi e tipico rappresentante del “generone” romano. Tale parte gli valse una nomination come miglior attore protagonista ai David di Donatello del 1996. Vincerà poi l’ambito premio (come migliore attore non protagonista) nel 2010 grazie alla sua intepretazione nel film Mine vaganti, di Ferzan Özpetek. Muore Ennio Fantastichini
La maschera di un uomo fragile
Ennio Fantastichini era un uomo figlio del suo tempo, di un’epoca dove l’attore era tale per la sua bravura davanti alla cinepresa e non per scandali o gossip di sorta.
Il suo carattere introverso non gli ha mai permesso di legarsi con nessun regista, e infatti sono in pochi quelli ad aver avuto l’onore di dirigerlo in più di un film. Tali registi sono Gianni Amelio, Sergio Rubini, Salvatore Piscicelli e Ferzan Ozpetek.
In pochi possono affermare di aver conosciuto davvero l’attore. Alcuni credono che dietro il suo carattere in apparenza aspro si celasse in realtà una continua ricerca di affetto e attenzione. Un uomo si burbero sul set ma anche auto-ironico e pieno di vita. Ennio scherzava spesso sul suo peculiare cognome, quel Fantastichini che sembrava quasi una predizione della sua fantastica carriera, come lui stesso affermava.
Ci lascia quindi un grande del cinema italiano e non solo, che ha fatto della cinepresa e della recitazione i suoi più grandi amori. Sentimento che traspariva in ogni sua singola interpretazione. Un caratterista come, ormai, non se ne vedono più. Un attore capace di far ridere e piangere e che continuerà a vivere grazie alle sue incredibili interpretazioni.
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