Ha lasciato il cuore a Napoli, Ferzan Ozpetek. E come tutti i devoti alla città partenopea, non ha potuto fare a meno di tornarvi.
L’intento? Il più nobile: girare un film in sette settimane, a partire dal 13 maggio.
Napoli velata sarà distribuito dalla Warner Bros Pictures dall’1 gennaio 2018, ma traspaiono già i primi dettagli di un thriller dalla vena romantica, che mette insieme i pregi e i difetti di un luogo bello e insidioso allo stesso tempo.
Napoli: croce e delizia
Follia, superstizione, razionalità: Napoli è un calderone ricco di sorprese, e non solo di luoghi comuni.
Ozpetek mette a nudo la città con tutti i suoi segreti, senza vergognarsi di ciò che va male, e affiancando alle criticità le luci di una comunità che offre molto.
“Dopo Roma e Lecce – dice il regista turco che ha ricevuto la cittadinanza onoraria del capoluogo salentino per Mine vaganti – anche Napoli mi abita dentro, soprattutto dopo La Traviata al San Carlo”.
Un rapporto d’amore eterno. Quasi una promessa, che ha riportato l’artista originario di Istanbul nella località alle pendici del Vesuvio.
Ozpetek e l’Italia
Un sentimento che ha origini profonde. Il Bel Paese ha fatto da sfondo alla formazione di Ferzan, che comincia con gli studi di Storia del cinema alla Sapienza di Roma nel 1976.
Ben presto ha a che fare con grandi del cinema italiano: Massimo Troisi, Ricky Tognazzi, Francesco Nuti.
Nel 1997 il suo primo film come regista: Il bagno turco, in coproduzione con Italia, Spagna e Turchia.
Solo un trampolino di lancio che gli servirà poi a inserirsi nel circuito della commedia nostrana con Le fate ignoranti, storia di amicizia e omosessualità.
Ozpetek ha diretto noti attori italiani, alcuni dei quali costituiscono una presenza costante nei suoi film.
Isabella Ferrari ad esempio, già sul set di Un giorno perfetto e Saturno contro, oltre che tra i protagonisti di Napoli velata.
E ancora: Giovanna Mezzogiorno, nel cast de La finestra di fronte, adesso pronta ad una nuova avventura nei panni della partenopea Adriana (al fianco dell’attore Alessandro Borghi) in bilico tra un amore inaspettato e un feroce delitto.
Come lavorare in famiglia, dunque, conoscendo le peculiarità degli interpreti e come meglio sfruttarle in base al ruolo di riferimento.
Se poi l’aria che si respira sa di casa, passione, colori e allegria, il film non può che nascere sotto una buona stella.
E Ozpetek, reduce dall’uscita di Rosso Istanbul, da marzo nelle sale, non rinuncerebbe a nessuno di questi ingredienti pur di rendere il lungometraggio in fase di realizzazione frizzante e drammatico allo stesso tempo.
Un po’ come Napoli: “velata” e “rivelata”, insieme.
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