Trama Recensione spin-off Transformers
A Cybertron infuria una tremenda battaglia tra due fazioni: gli Autobot e i Decepticon. Alla fine di questa guerra i primi sono ormai sconfitti e Optimus Prime batte la ritirata, provvisoria.
B-127 viene spedito sulla Terra, col compito di vegliare sul pianeta dove gli Autobot potranno riorganizzarsi per tornare sul loro pianeta natale. L’Autobot verrà trovato da Charlie (Hailee Steinfeld) la quale gli darà il nome di Bumblebee. Parallelamente due Decepticon, Shatter e Dropkick, riescono a trovare l’Autobot giallo e lo cercano con il fine ultimo di estorcergli informazioni sui suoi alleati. E sono pronti a tutto, anche ad allearsi con il militare Jack Burns (John Cena) e il Settore 7. Recensione spin-off Transformers.
Cambio di marcia per la saga
La saga ispirata ai giocattoli della Hasbro ci accompagna da oltre 10 anni, quando Michael Bay diresse il primo capitolo della saga nel lontano 2007. Quel film ha avuto ben quattro sequel per un totale di quattro miliardi di incassi a livello globale.
Ma Transformers – L’ultimo cavaliere, ritenuto da molti il peggior capitolo della serie, ha avuto un tracollo in termine di incassi e la saga sembrava ormai a serio rischio. Si era messa da parte quella freschezza che caratterizzava il primo, riuscito, capitolo della saga, per far spazio a sempre più esplosioni, azione e trame prive di qualsivoglia legame con i capitoli precedenti. Recensione spin-off Transformers.
Due “perdenti”
Anche questo film, nella narrativa della saga, non si incastra benissimo, e infatti va ritenuto più un Reboot che uno Spin-off. Un reboot sacrosanto e necessario, una volta tanto.
Travis Knight, il regista di Bumblebee autore di Kubo e la spada magica non ha nulla a che vedere con l’idea di cinema concepita da Michael Bay. Ed è proprio questo che fa funzionare il film. Recensione spin-off Transformers.
Bumblebee è infatti ambientato negli anni ’80, un periodo storico ormai stra abusato ad Hollywood e dintorni. Ed infatti, come ogni buon film anni ’80 a tinte teen che si rispetti, Bumblebee parla di amicizia. Amicizia tra due emarginati, un alieno lontano da casa e una ragazzina aliena nel suo stesso mondo. Due “perdenti“, ovvero due esseri che hanno entrambi perso qualcosa: la propria famiglia.
Bumblebee ha visto i propri simili cadere a Cybertron e ha dovuto abbandonarli nella speranza di poterli rivedere e salvare, mentre Charlie ha perso il padre e la madre si è già rifatta una vita. Recensione spin-off Transformers.
Un film che funziona
Niente di nuovo sotto il sole, ma la capacità di questa pellicola è che non ha alcuna intenzione di innovare, tutt’altro. Bumblebee narra di una vicenda banale, trita e ritrita, ma con quel sentimento e quel calore che Michael Bay aveva sempre di più messo da parte nei suoi film.
L’ispirazione a film come E.T. (1982) di Spielberg e Il Gigante di Ferro (1999) di Brad Bird è palese. Eppure, Knight riesce nell’impresa di far splendere il film di luce propria.
L’azione, ovviamente, non manca, ma viene messa in secondo piano per dare spazio ai due protagonisti, due esseri di specie differenti eppure così simili e affiatati.
È un film adorabile dove quasi tutto funziona, dalla colonna sonora nostalgica all’ottima regia, ma pecca in dei villain poco caratterizzati, inseriti nella storia perché dei cattivi non possono mancare. Ma è un difetto secondario rispetto all’ottimo lavoro di sceneggiatura svolto per rendere credibile e commovente il rapporto tra Charlie e Bumblebee, scritto talmente bene che quando i due vengono divisi non vedi l’ora che le loro strade possano di nuovo incrociarsi.
È un film che farà felici un po’ tutti, sia i fan della serie animata sia chi era stanco della visione della saga che Bay aveva dato nel corso degli anni. Un film non perfetto, ma un film di cui la saga aveva un disperato bisogno. Recensione spin-off Transformers.
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