La recitazione. Una passione che spesso si trasmette da padre in figlio, con risultati a dir poco succulenti.

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E’ il caso di Alberto Abbadessa, talento “Made in Sicily”, la cui carriera nel mondo del teatro (e non solo) è in netta ascesa.

teatro amatoriale cataniaClasse 1991, originario di Misterbianco, in provincia di Catania, ai microfoni di Cinemondium, il giovane attore si racconta, svelando i segreti del mestiere. teatro amatoriale catania

L’intervista teatro amatoriale catania

Com’è nata la tua passione per il teatro?

«Ho iniziato casualmente come succede a quasi tutti. Mio padre recita a livello amatoriale (e non) da ormai quarant’anni, e nella compagnia che aveva fondato assieme ad alcuni amici serviva un ragazzo per un ruolo.

Era il 2013 ed io, coinvolto soprattutto dal maestro Michele Condorelli, mi prestai per interpretare il mio primo personaggio.

Da quella prima esperienza, caratterizzata da pochissime battute e molto tempo in scena, capii subito che avrei avuto modo di conoscermi, di sperimentare su me stesso, di andare sempre oltre i miei limiti e di vivere moltissime vite ed emozioni che altrimenti mi sarebbero rimaste sconosciute.

Avevo già capito che sarebbe stato un gran bel viaggio ma, credetemi, non immaginavo minimamente quanto».

Quali sono stati i progetti più intriganti che hanno caratterizzato la tua carriera finora?

«Ho avuto la fortuna di lavorare con moltissimi tra amatori e professionisti, e di approcciarmi a tantissimi generi, e ogni volta si lascia il palco, alla chiusura del sipario, con un bagaglio diverso.

Sicuramente ricorderò sempre Kasimir e Karoline di Ödön von Horváth, in cui ho dovuto confrontarmi con lo stesso protagonista: ero all’inizio del mio percorso e, dalle enormi difficoltà affrontate e poi superate, ho maturato un approccio, un metodo di lavoro ed uno studio introspettivo che porto ancora con me.

Moltissimo ho avuto modo di imparare dall’esperienza di Odissea di Omero alle Gole dell’Alcantara, o da Stelle già dal tramonto, o, ancora, dalla collaborazione ormai consolidata con la bravissima Elisa Franco.

teatro amatoriale cataniaIn ogni caso, per me, i progetti più stimolanti e intriganti sono sempre quelli che devo ancora intraprendere».

Il teatro in Sicilia: quali sono le prospettive? teatro amatoriale catania

«Riguardo le prospettive del nostro teatro sono, forse erroneamente, ottimista.

Qui in Sicilia abbiamo una illustre tradizione che viene tutt’ora tramandata e coltivata.

Abbiamo moltissime fucine di talenti che alzano continuamente il livello delle produzioni, e un amore radicato per le arti performative.

Sicuramente si deve ancora lavorare per fare in modo che si abbiano anche qui gli strumenti, le strutture e la forma mentis per approfondire la passione e tramutarla, attraverso molto lavoro, una formazione adeguata e molto sacrificio, in una professione riconosciuta ed esercitata con la massima consapevolezza.

E’, inoltre, importantissimo sviluppare forme di comunicazione e intrattenimento che coinvolgano sempre più i giovani spettatori: una fascia di pubblico ancora troppo lontana dal teatro.

E’ un processo lungo e travagliato che, però, per quello che vedo attorno a me, ha già preso la giusta strada in entrambi i sensi.

Per questo motivo resto fiducioso e convinto che il teatro Siciliano crescerà, si evolverà e ritornerà ad essere, come è stato negli anni addietro, punto di riferimento e metro di paragone».

Ai più giovani… Il futuro

Cosa consigli ai ragazzi che desiderano intraprendere la strada della recitazione anche come sbocco professionale?

«Il primo consiglio che mi verrebbe di dare è di farlo per se stessi. Approcciarsi a questo mestiere con l’obbiettivo di diventare ricchi e famosi è il più grave errore che si possa fare, ed è un’aspettativa che viene subito demolita dalla realtà delle cose.

Se l’intento è questo consiglio di rinunciare subito. Se si è animati, invece, dalla voglia di conoscersi, esplorare, emozionarsi, crescere e nutrire costantemente amore per quello che si fa, il suggerimento che posso dare è di non risparmiarsi mai, lavorare sodo e viverlo come un lavoro che condiziona in modo inevitabile l’intera esistenza.

Abbattere le barriere che il nostro “io” crea in maniera automatica e cercare sempre una strada lontana dalla propria “zona di comfort”.

Tutto questo, assieme alla voglia di imparare e alla capacità di “rubacchiare” ascoltando e osservando i colleghi più esperti, è la chiave per una crescita personale e professionale che potrebbe condurre a vivere questo mestiere nel modo più onesto e gratificante possibile.

D’altronde, l’ha detto anche Terrence Mann: “Il cinema vi renderà famosi; la televisione vi renderà ricchi; ma il teatro vi farà bene».

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Innanzitutto puntare sulla formazione. Ho cominciato (alla mia veneranda età) l’Accademia Internazionale del musical di Catania per acquisire le basi di canto, danza e recitazione che mi sono sempre mancate per raggiungere un ulteriore gradino di crescita come performer.

teatro amatoriale cataniaContestualmente, continuo a lavorare nella mia compagnia Troupe D’Èlite con cui debutterò a marzo con il musical Simba, il destino di un re, diretto da Gisella Calì.

Molto probabilmente a dicembre, poi, andrà in scena il frutto sperimentale di un fortunato incontro tra il teatro e l’acrobatica aerea, esercitata a livello professionale, portata avanti in tutto il territorio italiano da Malù di Manuel Scavuzzo.

Lavoro anche alla produzione di altri due musical di altissimo livello: Raperonzolo, prodotto dall’Associazione Culturale Diapason Eventi con la regia di Dario Francesco Castro, spettacolo riproposto in giro per la Sicilia Orientale, dato il grande successo ottenuto.

E La Sirenetta, prodotto da Poetica Eventi del Teatro Ambasciatori in collaborazione con Diapason; in regia ancora una volta Castro, con la rielaborazione musicale di Laura De Palma e le coreografie di Gisella Calì.

Non si ferma, comunque, il bellissimo sodalizio con La carrozza degli artisti di Elisa Franco, la quale incassa una soddisfazione dopo l’altra.

Quest’anno, fortunatamente e grazie a chi crede in me, non mi faccio mancare proprio nulla.

Per l’avvenire sono certo solo del fatto che più passa il tempo e più non riuscirò a vivere senza il palco. Vedremo dove mi porterà l’infinito amore per questa arte».

Di certo, gli scenari che si schiudono davanti ad Alberto Abbadessa sono promettenti, e ricchi di affermazioni.

La nostra redazione, pertanto, non può che augurare il meglio a un giovane che ha fatto del mix di talento e passione una virtù.

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